Piero Nincheri
Data della mostra: dal 08/01/2011 al 02/02/2011Nato a Sesto Fiorentino (FI) nel 1940 muore improvvisamente nel 1999.
Presentato da: Carlo Sisi, Gianni Pozzi, Marco Ariani, Pier Luigi Tazzi, Alfonso Gatto, Carlo Olivieri, Rita Romanelli, Roberto Parenti, Dino Pasquali.
Ha esposto a: Fiesole, Palazzo Municipale; Torino, Galleria Il Ridotto; Firenze, Galleria Corrente 2; Reggio Emilia, Ente Provinciale per il Turismo; Mantova, Teatro Minimo; Arezzo, Galleria di Arte ontemporanea; Firenze, Galleria Pananti; Montevarchi, Galleria Palazzetto Alamanni; Firenze, Museo Marino Marini; Colonnata, Galleria La Soffitta; Costa Rica, San Josè, Museo di Arte Contemporanea in America.
Sue opere si trovano presso: Civica Pinacoteca Amedeo Modigliani con una sala a lui interamente dedicata; Pieve di Cento, Museo d'Arte delle Generazioni Italiane del Novecento.
"C'era anche Marino Marini fra i modelli cui la giovinezza artistica di Piero Nincheri si rivolgeva per alimentare una vocazione formalistica che, sorta naturalmente dall'Humus della Toscana giottesca e rinascimentale, si sarebbe poi irrobustita o implicata nella torbida maestà delle passioni per via di selezionate frequentazioni letterarie e musicali... La riproposizione monografica della sua pittura, sviluppatasi in margine ai circoli sperimentali della Firenze degli anni '70 e nell'ambito di una provincia operosa, può confermare oggi, in anni cioè di confuse istanze di identificazione critica ed ideologica, la necessità di affinare gli strumenti di indagine sulla pertinacia della tradizione formale in Toscana e sulle componenti che tale inesauribile affezione alle apparenze seducenti della natura mette tuttora in campo sfidando ostracismi e imposizioni di mercato..."
Carlo Sisi
" 'L'affiorante intensità' e lo 'stile di vita' oltre che artistico: sono questi i due termini entro i quali collocheremo la 'svolta' che avviene a cavallo tra la fine del '60 e l'inizio del decennio sucessivo e che porta Nincheri a passare dai colori terrosi e dagli impasti densi dei temi genericamente sociali, prima a una pittura fluida e veloce, di figure mostruose e avvolgenti e di corpi nudi e indifesi, poi addirittura a un periodo dedicato esclusivamente al disegno. E' un passaggio che si consuma rapidamente, nel volgere di pochi anni, e temi nuovi e tecniche diverse, adeguate all'argomento diventano in breve tutt'uno. E' una vera estasi ornamentale, alla Klimt, e come Klint ogni svolgimento si fa circolare, ripetitivo: l'erotismo non si impone più, diventa estetismo, languore; il soggetto diventa variazione sul tema stesso del soggetto e l'immagine sconfina nella decorazione al punto che tutto, corpi, carne, ferite e mostri, diventano trascrizione decorativa, motivo ornamentale. Così, mentre l'ornamento come base della pittura, come mezzo di conoscenza, è qualcosa che sfugge se non addirittura ripugna alla mentalità razionale e ancor più a quella razionalista e engagé, lui, Nincheri, lo assume con spavalderia e motivo portante..."
Gianni Pozzi
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