Curatore

Gregorio Rossi il direttore e curatore del M.A.C.I.A.

Gregorio Rossi è nato nel 1951 in Maremma, a Massa Marittima. Iniziò la sua carriera di storico dell'arte e curatore alla fine degli anni '70. Iniziò a collaborare per le Edizioni d'Arte Cantini, per le quali organizzò la sede espositiva della Casa Editrice di Populonia. La primissima mostra fu con Antonio Bueno, con cui divenne amico e curò in futuro molte altre esposizioni e, tra le altre, questa amicizia gli permise di conoscere Giovanbattista Bianco, col quale Gregorio Rossi collaborò ininterrottamente e nacque col noto mercante d'arte un'amicizia che potremmo dire “filiale”. Negli stessi anni, Rossi gestì le mostre del famosos ceramista Salvavatore Cipolla, del pittore torinese Piero Leddi e di Primo Conti, con cui continuò un rapporto di lavoro, Antonio Zancanaro ed altri. Grazie a Gregorio Rossi, in quegli anni furono commissionati dalla Società dei Terzieri dei drappelloni dipinti a mano a Piero Leddi e ad Enzo Faraoni. Poi, curò una mostra con Dimitris Hordakis, allievo di Antonio Bueno, e col pittore Raffaele De Rosa. Con quest'ultimo, tutt'oggi esiste un rapporto lavorativo ed amicale; infatti, Gregorio Rossi ha curato parecchie mostre e pubblicazioni di De Rosa, tra le quali quelle per la Pinacoteca Amedeo Modigliani, per il Monte dei Paschi di Siena ed Il Parnaso (società fondata da Gregorio Rossi); sempre avvalendosi di prestigiose firme del mondo universitario, quale il professor Fabio Mugnaini, dell'Università di Siena e del mondo dell'arte, come il professor Paolo Levi, per la realizzazione dei cataloghi. Dopo l'incontro e la conoscenza con Carlo Pepi, va menzionata la realizzazione del volume "Giovanni Fattori - venti ricordi dal vero", curato e fatto pubblicare da Gregorio Rossi e presentato all'inaugurazione della Casa Natale di Amedeo Modigliani, a Livorno. La collezione d'arte "Carlo Pepi" è stata di volta in volta “gestita” da Gregorio Rossi, creando una considerevole serie di mostre, che hanno girato l'Italia e l'estero. In Belgio, a Charleroi, nel 1999 al Musée de Beaux Arts e Biblioteque Rimbaud venne allestita la mostra "Un porto per l'Ottocento", che annoverava gli artisti Macchiaioli ed una selezione completa di quei Post-macchiaioli, che crearono i presupposti per la nascita del Novecento; questa storia, spesso dimenticata, fu in quel periodo fortemente sostenuta da Gregorio Rossi. Nel 2002, per il Cinquecentenario del Quarto Viaggio di Cristoforo Colombo, l'Addetto Culturale dell'Ambasciata di Costa Rica,, presso il Quirinale, Olga Coll Montero, l'Ambasciatore Manuel Hernández Guitiérrez e l’Ambasciatore Italiano in Costa Rica, Gioacchino Carlo Trizzino domandarono a Gregorio Rossi una mostra d'arte per rappresentare l'Italia alle celebrazioni, poiché proprio l’arte è ciò che meglio rappresenta l'Italia nel mondo. Nel mentre, tra Rossi ed il collezionista Carlo Pepi, esisteva un rapporto di collaborazione rodato, basato sulla raccolta d’arte. Per questa importante ricorrenza, Rossi decise di utilizzare le opere di proprietà di Carlo Pepi, per rappresentare uno dei momenti più importanti dell’arte italiana, ovvero l’Ottocento Toscano. Fu così che nacque "Arte Italiano del Siglo XIX - la escuela de los Macchiaioli", una grande esposizione allestita nel Museo Nacional de Costa Rica. Il catalogo vantava i testi del Presidente della Repubblica di Costa Rica, del Ministro delle Comunicazioni della Repubblica Italiana e del Ministro della Cultura, del Ministro della Cultura di Costa Rica, del Direttore del Museo Nacional de Costa Rica, dell'Ambasciatore di Costa Rica in Italia e dell'Ambasciatore d'Italia. Cristoforo Colombo, nel 1503, sbarcò nell'attuale Stato di Panamá e di nuovo l'Italia voleva esserci sull'importante palcoscenico internazionale. L'Ambasciata d'Italia si rivolse di nuovo a Gregorio Rossi, che organizzò il passaggio della mostra dal Costa Rica a Panamá. La Compagnia Aerea Lauda offrì un aereo per il trasporto delle opere da uno Stato all'altro e ritorno. Ambedue le pubblicazioni, riferite alle mostre, vantano l’adesione del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi ed il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Con l'Ambasciata italiana in Costa Rica e con l’I.I.L.A. fu allestita l'esposizione del Cinquecentenario a Roma, nella Galleria delle Scuderie di Palazzo Santacroce, col catalogo "Costa Rica, un porto per l’Arte – la scuola dei Macchiaioli". Queste collaborazioni si svilupparono con la realizzazione d'importanti mostre d’arte e di fotografia, conferenze e convegni, tra i quali il più importante è stato il convegno del 2007, patrocinato dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della Nascita di Giuseppe Garibaldi, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano. In tale occasione venne chiesto a Gregorio Rossi di realizzare una conferenza su "La Trafila Toscana" (il testo è riportato sul volume degli atti del convegno, edito nel 2008) e di allestire una mostra di Silvestro Lega, in quanto era stato un artista rivoluzionario, che aveva ritratto Don Giovanni Verità, il salvatore di Garibaldi. Fu pubblicato un catalogo, sempre a cura di Gregorio Rossi. Con l’Ambasciatore Carlo Trizzino ha realizza un progetto, che è un “unicum” nella storia dell'attività della diplomazia italiana, cioè la creazione di un museo d’arte contemporanea italiana, in una sede Istituzionale, ovvero presso la Cancelleria dell’Ambasciata d'Italia a San Josè, in Costa Rica. Il museo, presentato ufficialmente alla 52. Biennale di Venezia, è nato col nome di M.A.C.I.A. ovvero Museo d'Arte Contemporanea Italiana in America e Gregorio Rossi ne è tutt'oggi il direttore ed il curatore. Il museo patrocina e promuove varie iniziative editoriali ed espositive, sempre nell'ambito dell'arte contemporanea e moderna. Dopo le mostre per le celebrazioni dei viaggi di Cristoforo Colombo, l’Ambasciata d'Italia inviò un riconoscimento tanto a Gregorio Rossi quanto ai suoi più stretti collaboratori. In virtù anche delle precedenti attività, il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi riconobbe un'onorificenza a Gregorio Rossi, conferendogli la medaglia che la massima Autorità dello Stato conferisce per meriti nell'attività culturale. Alla Biennale di Venezia successiva, nel 2009, il museo M.A.C.I.A. ha avuto uno spazio proprio, presso il Padiglione del Costa Rica, sito all'interno dell'Università Ca' Foscari e Gregorio Rossi ne è stato il curatore, insieme a Francesco Elisei. In questa occasione ha presentato Andrea Benetti ed il suo "Manifesto dell'Arte Neorupestre" e Walter Sabatelli, nonché ha curato una mostra collettiva. Sia il catalogo del Padiglione Nazionale, che quelli di Andrea Benetti e Walter Sabatelli hanno i testi critici di Rossi e sono editi e distribuiti dalle edizioni Umberto Allemandi e C. Nelle passate edizioni, Gregorio Rossi aveva contribuito alla realizzazione dei cataloghi del Padiglione I.I.L.A. alla 50esima 51nesima e 52esima Biennale di Venezia e, durante la 50esima edizione, aveva presentato il volume "Omaggio alla Raccolta Carlo Pepi" (sicuramente la più importante Collezione sul disegno dell'Ottocento Toscano ed anche tra le più prestigiose per i dipinti annoverati dell'Ottocento e Novecento). Alla 51esima Biennale di Venezia, Gregorio Rossi ha presentato i cataloghi dedicati agli artisti Giancarlo Montuschi,  Maria Laura Bonamici Pallini, Piero Sani e Luca Zampetti. Nel 2009, insieme a Christian Parisot (presidente degli Archivi Amedeo Modigliani) aderisce al progetto di Andrea Benetti e scrive un testo critico per il libro "Esplorazione inconsueta all'interno della velocità", realizzato ed ideato da Benetti insieme ad un corpo di dodici dipinti. Il prezioso libro da collezione, a tiratura limitata e con copie firmate, vanta il pensiero di oltre una quindicina di professori, provenienti dalle università di tutta Italia. Oltre alle parentesi delle Biennali di Venezia, le collaborazioni di Gregorio Rossi erano sempre state di caratura molto elevata. Per esempio, il rapporto proseguito per lungo tempo col Premio Letterario Viareggio, fino alla morte di Gianfranco Tamagnini. Questo ottimo rapporto favorì la conoscenza di Leonida Repaci, di Natalino Sapegno, che scrisse l'introduzione ad un catalogo di Renzo Vespignani, con opere dedicate a Giacomo Leopardi, al quale collaborò anche Gregorio Rossi. Inoltre, conobbe Renato Guttuso, già gravemente malato, ma che arrivò apposta a Viareggio, per scrivere la prefazione al catalogo di Gianfranco Tamagnini e Gregorio Rossi, riguardante i disegni che Renato Guttuso aveva realizzato nel 1943, per illustrare il libro "Conversazione in Sicilia"; disegni ritrovati dopo alcuni decenni e salvati grazie all’intervento di Rossi. Aver tenuto integro il corpo di opere gli offrì l'opportunità di allestire una mostra itinerante, che con il Premio Letterario Viareggio venne portata in Italia ed in molte nazioni europee. Furono coinvolte Università ed Istituti di Cultura, che organizzarono molte conferenze sull'iniziativa. Ricordando una conversazione di Gregorio Rossi con Renato Guttuso, il grande pittore sosteneva l’importanza della figura femminile come musa ispiratrice, quindi non solo come soggetto da ritrarre; e forse, anche in questa visuale, si è consolidata la colaborazione con Valentina Campatelli, modella a Firenze di un'Accademia d’Arte privata e poi valida collaboratrice. Tant'è che hanno curato insieme un catalogo per la mostra tenutasi al Casinò di Campione d’Italia, con l'introduzione di Vittorio Sgarbi. Punto strategico del successo professionale di Gregorio Rossi è lo studio e la conoscenza della vita e dell'opera di Amedeo Modigliani, che lo portò a creare la teoria della formazione artistica totalmente italiana di Amedeo Modigliani. Infatti, Gregorio Rossi con l’aiuto di Chiara Filippini e Laura Milani, condusse una ricerca, la quale portò alla scoperta che Guglielmo Micheli (maestro di Amedeo Modigliani a Livorno) e Giovanni Fattori (il Maestro a cui guardavano tutti gli artisti giovani dell’epoca) avevano soggiornato e creato in Maremma e, precisamente, a Massa Marittima e a Follonica. Poi, grazie alla lettura delle memorie di Lloyd si capì che quegli artisti “guardavano” anche a Silvestro Lega con molto interesse. Da questi presupposti fu realizzata l'esposizione "Modigliani ed il segno di Silvestro Lega", creata e curata da Gregorio Rossi ed allestita a Modigliana (FC), il paese natale di Lega. Con questa esposizione si è dimostrato che quell'artista che era stato francesizzato, tra gli altri, si era ispirato a Silvestro Lega come del resto era successo a tutti i suoi compagni, che avevano frequentato lo studio di Guglielmo Micheli. Poi, sempre in merito all'italianità della formazione dell'artista livornese e considerando che praticamente tutti hanno sempre accostato lo stilema di Amedeo Modigliani a quello dei Maestri antichi, Gregorio Rossi pensò che la modernità dei Macchiaioli avvenne quando si accorsero della luce nella pittura del Quattrocento. Modigliani, insieme ad altri artisti che diventarono grandi, era stato alla scuola dei Macchiaioli e li superò nella sintesi. Grazie a questa teoria, i ritratti di Amedeo Modigliani potevano essere sovrapposti a ritratti del Duecento e del Trecento. Fu allora che Rossi coinvolse la Pinacoteca Nazionale di Siena, che per la prima volta avvallò ufficialmente la teoria di Gregorio Rossi. Infatti, la Direttrice con la sua squadra selezionarono una serie di opere da pubblicare nel catalogo dell'esposizione "Modigliani - dessin a boire", tenutasi a Capannori, in provincia di Lucca. La mostra ed il catalogo furono interamente curati da Gregorio Rossi e da Chiara Filippini. Questa teoria è stata dimostrata in modo esaustivo ed ha convinto, poiché Gregorio Rossi è stato scelto come consulente per curare una parte dedicata alle opere della Scuola di Guglielmo Micheli, in tutte le successive mostre di Amedeo Modigliani, anche quando sono curate da altri storici dell'arte. Si parla dell'esposizioni alle Scuderie Aldobrandini, per l’Arte di Frascati, alla Reggia di Caserta, al Museo Civico del Castello Ursino di Catania, al Museo Archeologico Nazionale di Palestrina, al Kaohsiung Museum of Fine Arts di Taiwan. In Brasile, vi è stata una serie di esposizioni di Amedeo Modigliani, per le quali Rossi è stato nuovamente chiamato come consulente per la parte delle opere della Scuola di Micheli. Su un altro fornte, nel gennaio 2012, Gregorio Rossi con Valentina Campatelli, è stato il primo a celebrare il Cinquantenario della morte di Hermann Hesse, con un'esposizione a Sesto Fiorentino, formata da un corpo di opere ad acquarello, di proprietà della nipote del Premio Nobel, la signora Eva Hesse. La mostra è corredata da un catalogo, sempre a cura di Rossi e Campatelli, in distribuzione nelle librerie per l'editore Carlo Cambi. Sempre per Carlo Cambi Editore, Gregorio Rossi aveva realizzato, una pubblicazione sulla permanenza pisana nell'89 di Keith Haring e sul corpo di opere, che l'artista statunitense aveva realizzato in Italia.