Collezione

Luca Zampetti

Nato a Camerino (MC) nel 1966. Presentato da: Vitaliano Angelini, Luca Beatrice, Germano Beringheli, Giorgio Sebastiano Brizio, Domenico Cara, Lucio Del Gobbo, Mimmo Di Marzio, Enzo Fabiani, Armando Ginesi, Luigi Guerricchio, Paolo Levi, Giuliana Manganelli, Gian Ruggero Manzoni, Alessandro Masi, Enzo Santese, Vittorio Sgarbi, Maurizio Sciaccaluga, Gabriele Simongini, Leo Strozzieri, Stefano Trojani, Valeriano Trubbiani.

Ha esposto a: Roma, Galleria Il Canovaccio; Camerino, Palazzo Ducale; Genova, Centro Civico Buranello; Milano, Antonio Battaglia Arte Contemporanea; Tolentino, Palazzo Sangallo; Torino, Galleria Arx; Padova, Artepadova99; Miami, Lambert-Voight Gallery; Melbourne, Fouth Australian Art Fire Contemporary; Bruxelles, Art Bruxelles; Milano, Miart; Spoleto, Festival dei Due Mondi; Milano, Museo della Permanente.

"Una rassegna d'antieroi, una sfilza di personaggi che potrebbero essere usciti dalla celluloide di "America oggi", film capolavoro di Robert Altman, o dalla penna del genio minimalista di Raymond Carver. Questi sono i protagonisti dei quadri di Luca Zampetti, uomini e donne che percorrono i panorami metropolitani più crudi e più impersonali con gli sguardi persi in lontani pensieri, guardando verso lo spettatore senza però mai fissarlo negli occhi. I loro nomi non sono importanti... perché anche i nomi, come i vestiti, i corpi, gli atteggiamenti insofferenti o distratti rientrano alla perfezione nella normalità, sono  esattamente così affinchè ogni individuo possa perdersi e confondersi nel mucchio. Ogni atteggiamento, ogni gesto, ogni smorfia dei volti nascondono (male) una storia, ma tutte le storie... sono un racconto da quattro soldi. E' una vicenda di periferia che, se per chi l'ha vissuta sembra il segno del destino, il momento topico di un'esistenza, per tutti gli altri merita al massimo noncuranza e indifferenza... Come in Altman, come in Carver, nei lavori di Zampetti il mondo è visto come si trattasse di un acquario: bello, curioso, completo a volte, affascinante di rado, ma sempre meritevole di un'occhiata o poco più... Zampetti ha scelto un tratto nervoso, graffiante, addirittura antipatico per descrivere e raccontare i protagonisti dei suoi quadri. Lo stile si sposa meravigliosamente ai soggetti, ne sottolinea la parte ombrosa, li rende minacciosi e immeritevoli di fiducia. Le righe a matita, le ferite del legno dei supporti, le campiture sincopate a grafite diventano tutt'uno con le vicende che evocano. La pittura non è più realistica, diventa teatrale. Non si limita a riprodurre, a chiamare in scena... l'arte non si distacca dal vissuto, ma lo plasma e lo condiziona."

Maurizio Sciaccaluga

Luca Zampetti

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