Raffaele De Rosa
Nato a Podenzana (MS) nel1940. Presentato da: Paolo Levi, Michele Feo, <tommaso Paloscia, Everardo Dalla Noce, Piero Torriti, Alfonso Gatto, Piero Clemente, Gastone Venturelli, Sergio Rispoli, Gregorio Rossi, Marcello Venturoli, Nicola Micieli.Ha esposto a: Firenze, Galleria Pananti; Prato, Galleria Metastasio; Bologna, Galleria Arte Moderna; New York, Art Expo; Venezia, Galleria Santo Stefano; Stoccolma, Istituto Italiano di Cultura; Venezia, Palazzo Grassi; Gerusalemme, Mishkeno Sha' Ananim; Parigi, Exposition de l'Union des Banques Francaises; Parigi, "Le Patrimonie revisité", Maison de l'Unesco; Madrid, Ambasciata d'Italia; New York, Art International; ; Milano, Galleria Toninelli; Pietrasanta, Chiostro di Sant'Agostino; Bologna, Galleria Maggiore; Parigi, Galerie Beau Lezard; Monte San Savino (Arezzo), Museo della Ceramica; Marina di Pietrasanta, La Versiliana; Livorno, Bottega d'Arte; Firenze, Chiostro del Museo di San Marco; Germania, Berlino, Internationale Kunstmesse; Bologna, Arte Fiera; Stati Uniti, New York, Art International; Pienza, Palazzo Civico; Germania, Amburgo, Art Hamburg; Genova, Galleria Laura Son; Paerigi, Grand Palais.
"L'immaginario di De Rosa è ricco di cultura pittorica, non ha forti correlazioni con il particolare universo della "imagérie" poplare, o con le forme astratte delladecorazione in tappeti ed arazzi, nè con il vestiario, l'oreficeria, l'arte dell'incisione, l'artigianato popolare ...sembra restare visivamente lontano dalle fonti cui riferisce le sue scelte pittoriche ... il lavoro di De Rosa si colloca su altri versanti, dentro una tradizione figurativa complessa e ricca, ma tutta interna all'arte colta ...Il sogno adulto che traduce in versione colta e raffinata il sogno di ragazzo: l'operare insomma di una trasformazione che è anche fedeltà alla radice di una ispirazione. Lo scenario che viene costruito connette l'infanzia, la cultura figurativa di più secoli, la passione popolare dell'epos, e un impegno di costruzione di scenari narrativi per il presente. E' forse qui, nella capacità di meravigliarsi e di riprodurre il fantastico in immaginii ricche ed attuali, legata ad una volontà di comunicazione fedele alle origini narrative del ricordo, l'attualità del messaggio di De Rosa, quello che nei suoi scenari mi convince e mi stupisce."
Pietro Clemente
"C'è una sottile malinconia ... in ogni opera di De Rosa, un sortilegio che sembra uscire dagli antri fumosi o dalle fauci bramose dei mostri. Un misto di pietà religiosa e di esaltante ferocia pagana, quasi ossessiva, come è certamente ossessiva ... l'urgenza di esprimersi di questo artista: incessante, febbrile desiderio come di liberarsi di queste sue fantsie pure ... Quel tumultuare travolgente di eroi giganti, questa sospensiva angoscia bloccata entro petrigni volumi, quel voler esasperare le forme sì che le figure umane o animalesche rimangano fine a loro stesse, quasi automi di un mondo bellisssimo, quasi un Eden primordiale fatto solo per amare, ove tuttavia sembra incombere il mistero di un'Apocalisse, questo linguaggio è solo di De Rosa ... Gli eroi di De Rosa possono appartenere al passato, ma ciò che esprimono appartiene anche al presente, a noi che ancora viviamo di angosce e di mistero, di esaltazioni fascinose, di speranze e di illusioni verso impossibili paradisi; cosa ci sorregge ancora se non il grande mistero della vita!"
Piero Torriti
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